-
-
27-11-2025
Dalle creme ai farmaci: i materiali si studiano nello spazio
Milano - Montpellier, 27 novembre 2025 – La durata di una crema solare, la stabilità di una maionese o l’efficacia di un farmaco dipendono da ciò che accade nei materiali che li compongono: gel e vetri, strutture complesse e disordinate che cambiano lentamente nel tempo.
Per comprenderne davvero l’evoluzione, un gruppo di ricercatori del Politecnico di Milano e dell’Université de Montpellier – CNRS ha deciso di studiarli dove la gravità non c’è: nello spazio.È da questa intuizione che nasce COLIS (COlloids In Space), una nuova facility - cioè un laboratorio sperimentale installato sulla Stazione Spaziale Internazionale - dedicata allo studio dei materiali soffici e complessi in microgravità.
Il progetto si inserisce nel programma “Colloids in Space” dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA), con il supporto dell’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) e del Centre National d’Études Spatiales (CNES).COLIS è il risultato di una collaborazione scientifica di lungo corso tra Luca Cipelletti, fisico del Laboratoire Charles Coulomb dell’Université de Montpellier - CNRS, e Roberto Piazza, professore di Fisica della Materia al Dipartimento di Chimica, Materiali e Ingegneria Chimica “Giulio Natta” del Politecnico di Milano, dove dirige il laboratorio Soft Matter.
«Studiare questi materiali in microgravità ci permette di isolare l’effetto della gravità, una forza silenziosa ma decisiva nella loro evoluzione», spiega Roberto Piazza.
«Capire questi processi ci aiuterà a progettare formulazioni più stabili, dai farmaci a rilascio controllato ai materiali autoassemblanti».COLIS utilizza tecniche ottiche di correlazione dinamica basate sull’analisi dei cosiddetti speckle pattern - le minuscole variazioni della luce laser diffusa da un campione - per monitorare come gel e vetri colloidali si ristrutturano nel tempo.
Dispone inoltre di sistemi di stimolazione termica controllata, che consentono di innescare e osservare i processi di invecchiamento dei materiali in modo preciso e riproducibile.Un’altra innovazione è la capacità di misurare le fluttuazioni della polarizzazione della luce diffusa, utile per individuare in anticipo la formazione di fasi cristalline.
Questa funzionalità sarà utilizzata dai gruppi di Dominique Maes e James Lutsko della Vrije Universiteit di Bruxelles per studiare la cristallizzazione delle proteine in microgravità, un passo chiave per migliorare la stabilità dei farmaci e la produzione biotecnologica.«COLIS rappresenta il culmine di oltre venticinque anni di collaborazione con il Politecnico di Milano», aggiunge Luca Cipelletti. «Portare la fisica dei materiali soffici sulla Stazione Spaziale è una sfida tecnologica e scientifica che apre nuove frontiere nello studio della materia disordinata».
Progettato dagli scienziati e realizzato dall’azienda Redwire Space, COLIS è stato trasportato sulla ISS dal cargo Cygnus NG-21 della NASA.
Oggi la facility è pienamente operativa e analizza campioni di gel e vetri costituiti da nanoparticelle colloidali, ideali per indagare i processi di riorganizzazione interna e invecchiamento dei materiali.I primi risultati, ottenuti da Luca Cipelletti, Roberto Piazza, Stefano Buzzaccaro (Co-PI del progetto per il Politecnico di Milano) e Alessandro Martinelli (post-doc a Montpellier, finanziato dal CNES francese), mostrano che la gravità influisce in modo più marcato del previsto sulla struttura dei materiali soffici, influenzandone le proprietà anche a lungo termine.
«È sorprendente vedere quanto la gravità, pur essendo così familiare, plasmi in modo invisibile i materiali che usiamo ogni giorno», conclude Piazza «Queste osservazioni ci aiutano a capire e migliorare il comportamento dei materiali nel tempo – un obiettivo che riguarda direttamente la qualità della vita sulla Terra».
-
26-11-2025
Inaugurazione 163° Anno Accademico - Modalità di accredito stampa
Il 1° dicembre si terrà l’inaugurazione del nuovo anno accademico del Politecnico di Milano, alla presenza della Rettrice Donatella Sciuto e con la partecipazione di Mario Draghi.
I giornalisti interessati a seguire l’evento sono invitati ad accreditarsi tramite il modulo disponibile a questo link
La richiesta di accredito dovrà essere inviata entro le ore 12:00 di venerdì 28 novembre.
-
22-11-2025
Parasports For All: una giornata di sport per tutte e tutti
Grande partecipazione per l’evento del Politecnico dedicato all’inclusione e allo sport
Milano, 22 novembre 2025 – Questa mattina si è svolta la seconda edizione del Parasports for all, evento organizzato dal Politecnico di Milano e aperto a tutta la cittadinanza per promuovere il valore dell’inclusione attraverso il linguaggio universale dello sport.
L’edizione 2025 si è svolta nel nuovo centro sportivo di Bovisa, i cui campi all’aperto sono stati inaugurati a inizio anno nel contesto del progetto di riqualificazione dell'area del Parco dei Gasometri.
Per l’occasione i campi di padel, basket, calcio a cinque e l’area calistenico hanno ospitato diverse associazioni dedicate ai parasport e agli sport adattati. Grazie alla presenza di figure specializzate, il pubblico si è messo alla prova a prescindere dalle proprie abilità fisiche sperimentando le discipline della scherma in carrozzina, scherma per ipovedenti, blind tennis, pallavolo, calistenico, calcio a cinque per ipovedenti, para ice hockey e handbike.
Parasports for all quest’anno ha inoltre ampliato i propri orizzonti, dedicando un appuntamento alle associazioni che si rivolgono alle persone con disabilità intellettive e relazionali. Lunedì 10 novembre si sono disputate infatti due partite: i giocatori della squadra di basket SocialOsa Overlimits e quelli della squadra di Volley Agrate hanno incontrato gli studenti delle rappresentative del Politecnico per una serata di sport e condivisione.
Testimonial d’eccezione del Parasports for all sono stati Gabriele Lanza, atleta della Nazionale italiana Para Ice Hockey e Ambassador per i giochi Paralimpici invernali Milano Cortina 2026 e Federico Andreoli, paraciclista che ha rappresentato l’Italia alle Paralimpiadi di Parigi 2024, insignito recentemente del Collare d’Oro al merito sportivo e alumnus laureato in ingegneria energetica del Politecnico di Milano.
“Le Olimpiadi e Paralimpiadi Invernali di Milano-Cortina 2026 saranno certamente un fattore per far conoscere a ragazze e ragazzi di tutta Italia cosa sono gli sport paralimpici, ma è grazie a eventi come il Parasports for All, che creano un avvicinamento autentico tra giovani e sport paralimpico, che può nascere e rafforzarsi una cultura paralimpica più consapevole” ha commentato Gabriele Lanza.
Erano presenti all’evento il professor Pierangelo Metrangolo, Delegato della Rettrice per le Attività Sportive del Politecnico di Milano, Alceste Cavallini, delegato CIP per la provincia di Milano e Federica Picchi, Sottosegretario con delega Sport e Giovani della Regione Lombardia.
“Parasports for All conferma che lo sport universitario può essere un motore di cambiamento reale, avvicinando studenti e cittadinanza a discipline che spesso restano ai margini - ha commentato Pierangelo Metrangolo - Il nuovo centro sportivo di Bovisa nasce con questo obiettivo: diventare un laboratorio di integrazione, dove la diversità è una risorsa. La collaborazione con le associazioni del territorio è essenziale per costruire una cultura sportiva più aperta e consapevole.”
Le associazioni e soggetti che hanno reso possibile l'evento sono: Accademia Scherma Milano SSD a RL, Carmine Consalvi, Polha Varese APD APS, Real Eyes Sport ASD.
Parasports for all 2025 è stato realizzato dal Politecnico di Milano in collaborazione con Fondazione Cariplo, con il patronato di Regione Lombardia e il patrocinio del Comune di Milano e del Comitato Italiano Paralimpico. È un’iniziativa inserita nell'ambito dell'Education Programme Gen26 di Milano Cortina 2026.
https://www.sport.polimi.it/eventi/parasports-for-all
-
20-11-2025
Influenza aviaria, da “FluWarning” l’allerta precoce sui salti di specie dei virus
Come monitorare i salti di specie nell’influenza aviaria? La risposta è FluWarning, un sistema digitale in grado di segnalare evoluzioni anomale dei virus influenzali, messo a punto da un team di ricerca del Politecnico di Milano e dell’Università degli Studi di Milano. Il sistema analizza il codice genetico dei virus influenzali, cercando cambiamenti sottili ma significativi che potrebberoindicare il passaggio da una specie animale all’altra (per esempio dagli uccelli al bestiame, o agli esseri umani), un processo noto come spillover.
Lo studio, pubblicato di recente sulla prestigiosa rivista Science Advances, è stato sviluppato nel contesto del PRIN PNRR 2022 – progetto SENSIBLE (Small-data Early warNing System for viral pathogens In puBLic hEalth), coordinato da Anna Bernasconi. Del team di ricerca di FluWarning fanno parte tre componenti del DEIB - Dipartimento di Elettronica, Informazione e Bioingegneria del Politecnico di Milano, ovvero la responsabile di progetto Anna Bernasconi, il docente Stefano Ceri e il ricercatore Tommaso Alfonsi, e per l’Università degli Studi di Milano Matteo Chiara, docente del Dipartimento di Bioscienze.
Per lo studio sono stati utilizzati i dati di GISAID, piattaforma su cui vengono condivise sequenze virali e relativi metadati prodotti dai laboratori di tutto il mondo. FluWarning è stato messo a punto usando i dati della pandemia di influenza suina H1N1 del 2009, esempio ampiamente documentato di virus passato dagli animali agli esseri umani, ed è stato poi applicato anche all’influenza aviaria H5N1, un ceppo altamente patogeno diffuso tra gli uccelli e che nell’ultimo anno, negli Stati Uniti, ha cominciato a diffondersi anche nel bestiame.
Il sistema utilizza un metodo statistico per riconoscere le anomalie: a seconda delle impostazioni, può essere usato per riconoscere singole sequenze anomale oppure gruppi di sequenze anomale. FluWarning infatti apprende quali sono le sequenze normali dei virus influenzali ed emette un’allerta ogni volta che il codice delle sequenze considerate appare significativamente diverso. Per ciascuna allerta, i virologi analizzano le sequenze corrispondenti e confermano, o smentiscono, la presenza di un salto di specie.
«Grazie alla sua semplice installazione e alla creazione di analisi che possono essere effettuate su specifiche località e periodi temporali, il software FluWarning ha il potenziale per essere utilizzato da molti laboratori o istituzioni di sorveglianza genomica a livello regionale, permettendo scoperte significative sia su piccola che su grande scala – osserva Anna Bernasconi – Il sistema, infatti, è perfettamente operativo: può dare riscontro giorno per giorno di questi cambiamenti».
Nel biennio 2024–2025, due genotipi di H5N1 sono stati collegati a focolai indipendenti negli Stati Uniti, dove numerosi capi di bovini da latte sono risultati contagiati dall’influenza aviaria. «FluWarning ha individuato cluster di attività virale in diversi Stati americani e in particolare in California, dove è stato dichiarato lo stato di emergenza il 18 dicembre 2024 per il rischio di contaminazione da aviaria nel bestiame. Sorprendentemente, alcune allerte FluWarning sono apparse prima della pubblicazione dei rapporti ufficiali. Il sistema ha inoltre rilevato mutazioni specifiche nel gene dell’emoagglutinina (HA), una proteina chiave che influisce sul modo in cui il virus infetta le cellule ospiti», afferma Matteo Chiara. Lo strumento è riuscito a monitorare l’evoluzione del virus e a identificare marcatori caratteristici dei ceppi californiani.
«FluWarning rappresenta un importante passo avanti verso una rilevazione più efficace dei cambiamenti virali che potrebbero rappresentare rischi per animali o esseri umani. Rendendo questa tecnologia ampiamente accessibile, auspichiamo di contribuire a rafforzare la sorveglianza a livello globale su un tema sanitario di impatto collettivo», conclude Stefano Ceri.
-
19-11-2025
QS Sustainability Rankings 2026: il Politecnico di Milano entra per la prima volta nella Top 200 mondiale e raggiunge il 133° posto
Milano, 18 novembre 2025 - Il Politecnico di Milano entra per la prima volta nella Top 200 del QS Sustainability Ranking 2026, raggiungendo la 133ª posizione su 2.002 università valutate.
Il risultato segna un avanzamento particolarmente significativo rispetto alla 278ª posizione dell’edizione 2025 e alla 401ª del 2023, in un ranking che continua a crescere: quest’anno gli atenei pubblicati aumentano del 15% rispetto all’anno precedente.A livello nazionale, il Politecnico sale dal 9° al 2° posto in Italia, in un panorama che comprende 57 università italiane.
Il miglioramento è trainato dalla macro-categoria Environmental Impact, nella quale l’Ateneo passa dal 399° all’111° posto. All’interno di questa dimensione emergono due indicatori particolarmente positivi.
Il primo è Environmental Sustainability, che misura politiche e strategie per la sostenibilità dei campus: il Politecnico si colloca al 42° posto globale, risultando primo in Italia.
Il secondo è Environmental Education, dedicato a offerta formativa e iniziative educative sui temi ambientali, dove l’Ateneo raggiunge il 238° posto mondiale, anche in questo caso primo tra le università italiane.Nella macro-categoria Social Impact, il Ranking evidenzia risultati solidi nel rapporto con il mondo del lavoro: 123° posto globale per “Employability and Opportunities”, che include reputazione dei laureati, partnership e opportunità professionali. Buona anche la posizione in “Knowledge Exchange” (205° posto), che valuta collaborazioni internazionali e impatto sul territorio.
Nella categoria Governance, dedicata a trasparenza, processi decisionali, rappresentanza e integrità istituzionale, il Politecnico si colloca al 135° posto globale.
Il punteggio complessivo dell’Ateneo nel QS Sustainability Ranking 2026 è 87.6/100, con miglioramenti in quasi tutti gli indicatori rispetto all’anno precedente.
-
18-11-2025
Borghilenti, Casa Peroni - Capanna TWIN apre le porte
Venerdì 21 novembre 2025, a partire dalle ore 18.00, si celebrerà a Castelnuovo Bocca d’Adda (LO) l’apertura delle porte di Casa Peroni. La Cooperativa Amicizia di Codogno, ente gestore del primo ostello solidale lungo la Ciclovia VENTO[1], riceverà da Comune e Politecnico di Milano le chiavi della struttura, e a partire dal giorno seguente potrà iniziare il suo percorso di avviamento al lavoro di dieci ragazzi con fragilità, accompagnati da un team di educatori professionali. L’apertura delle porte di Casa Peroni arriva al termine della prima fase del percorso di co-progettazione, che ha visto le tre istituzioni lavorare assieme alla costruzione delle condizioni di fattibilità che permetteranno di avviare l’ostello al servizio di accoglienza a partire dal nuovo anno.
Casa Peroni incarna i principi del modello TWIN ideato dal gruppo di ricerca del DAStU – Dipartimento di Architettura e Studi Urbani del Politecnico di Milano, coordinato dal prof. Paolo Pileri, responsabile e coordinatore scientifico anche del progetto Borghilenti. I servizi al turismo lento nella prospettiva TWIN, rappresentano una straordinaria opportunità per costruire un gemellaggio tra recupero del patrimonio edilizio e avviamento al lavoro di persone fragili, con importanti ricadute sulla comunità locale, sia perché occasione di inclusione sociale, sia perché occasione di sostegno alle economie locali. L’appellativo “Capanna TWIN”, che connota le strutture che fanno proprie il modello ideato dal team del Politecnico di Milano, ha un significato fortemente simbolico: “La capanna appartiene a tutte le culture e a tutte le epoche: da quella primitiva, a quella della natività, fino al Cabanon di Le Corbusier – afferma Paolo Pileri – Esprime essenzialità, ospitalità, calore, condivisione, tranquillità: tutti valori alla base dell’esperienza di accoglienza e solidarietà che immaginiamo per Casa Peroni. La capanna è archetipo dell’accoglienza: un luogo in grado di accogliere, che si offre cooperativo in un sistema competitivo”.
Casa Peroni, ricorda il sindaco di Castelnuovo Bocca d’Adda Marcello Schiavi, “nel 2019 era prossima al crollo. Affacciata sul Sagrato della Chiesa della Natività della Beata Vergine Maria, il Comune ne ha disposto la messa in sicurezza. Nel 2022 Comune e Parrocchia hanno stipulato un accordo per la permuta della proprietà, che prevedeva anche la condivisione del progetto di riqualificazione del Sagrato. Intervento che, insieme alla ristrutturazione edilizia dell’immobile, è stato eseguito a partire dal 2023 grazie alle risorse PNRR erogate dal Ministero della Cultura attraverso il bando Attrattività dei Borghi. Tale bando ha finanziato il progetto Borghilenti, che ricordiamo è fatto di una pluralità di interventi (ben 12!), tra i quali la riattivazione di Casa Peroni rappresenta senza dubbio una tra le azioni più significative del progetto. Con la rinascita di questo edificio diamo nuovo slancio al paese, non solo sostenendo le economie locali, ma anche rafforzando il senso di appartenenza della nostra comunità. Casa Peroni diventa così un nuovo simbolo identitario di Castelnuovo Bocca d’Adda: un luogo di lentezza, di accoglienza, di sostenibilità e di inclusione sociale, capace di valorizzare le nostre risorse e di offrire opportunità concrete alle persone più fragili”.
Monica Giorgis, direttrice della Cooperativa Amicizia di Codogno, è pronta ad aprile le porte di Casa Peroni assumendo la gestione dell’ostello e trasformando l’erogazione del servizio socio-assistenziale in un vero e proprio laboratorio di inclusione sociale per persone con disabilità. “La disabilità non è un limite, ma una risorsa” afferma. “I nostri ragazzi possono svolgere un lavoro di grande valore: le loro capacità, la loro dedizione e la loro sensibilità creeranno un ambiente unico, ricco di calore umano e autenticità. L’accoglienza sarà occasione di incontro: un’opportunità preziosa sia per i nostri ragazzi, sia per arricchire l’esperienza dei viaggiatori che si fermeranno a Casa Peroni”.
In questo anno il team di lavoro del progetto Borghilenti si è arricchito della preziosa collaborazione con la Cooperativa Amicizia, tracciando una nuova direzione di accoglienza e inclusione sociale lungo la Ciclovia VENTO, a sostegno di un più ampio processo di rigenerazione urbana, sociale e culturale. E l’auspicio del team di progetto è che Casa Peroni possa essere il primo di una rete di ostelli solidali lungo la ciclovia VENTO.
TWIN è un modello replicabile a geometrie variabili (non occorrono necessariamente le ingenti risorse rese disponibili da un progetto PNRR!), e Borghilenti è un progetto che titola volutamente al plurale perché il suo obiettivo è farsi modello per i tanti piccoli e medi centri rivieraschi attraversati o prossimi alla ciclovia VENTO. La fase di contaminazione positiva di altri centri ha già preso avvio: Borghilenti+, progetto finanziato da Fondazione Cariplo attraverso l’avviso “Progetti comuni”, va proprio in questa direzione estendendo al vicino comune di Meleti l’avvio del processo di rigenerazione urbana e culturale.
L’appuntamento che celebrerà l’apertura delle porte di Casa Peroni è per le 18.00 a Castelnuovo Bocca d’Adda. La consegna delle chiavi avverrà presso l’ex Chiesa di Santo Stefano, in piazza Vittorio Emanuele II, e sarà preceduta dagli interventi del Sindaco Marcello Schiavi, del responsabile scientifico del progetto Paolo Pileri insieme con Diana Giudici, e della direttrice della cooperativa Monica Giorgis. Non solo, interverranno anche alcuni rappresentanti delle professionalità coinvolte nel progetto: Paola Savoldi, interior designer che ha curato l’allestimento dell’ostello secondo i principi dell’economia del riuso, con riciclo creativo di mobili e suppellettili donati dai cittadini di Castelnuovo; Fabio Locatelli (Studio di Ingegneria Locatelli), che ha curato la ristrutturazione edilizia dell’immobile secondo principi di auto-sostenibilità energetica e sostenibilità dei materiali; Alessandro Giacomel che ha curato la riqualificazione del Sagrato della Chiesa, con l’obiettivo di trasformare quello che era uno spazio di attesa in piazza. Chiuderà la carrellata degli interventi don Luca Maisano, parroco della Chiesa prospiciente, con una riflessione sulle opportunità che il progetto Borghilenti sta aprendo per il paese, con un occhio di riguardo per le giovani generazioni.
La consegna delle chiavi sarà seguita da un brindisi preparato dagli studenti dello IAL di Cremona, e dalla possibilità di varcare le porte dell’ostello in una visita accompagnata a Casa Peroni: un’occasione di scoperta degli spazi della capanna e di incontro con le straordinarie risorse che si nascondono tra le fragilità.
La convivialità evolverà in musica. Alle ore 20.30 il coro dei Tasti Neri, diretto dal Maestro Caterina Granelli, omaggerà il Comune di Castelnuovo Bocca d’Adda, esibendosi nella suggestiva cornice della Chiesa della Natività della Beata Vergine Maria e coronando una importante giornata di festa per il paese e per il progetto Borghilenti.
Maggiori informazioni sul progetto sul sito: www.borghilenti.it
[1] La Ciclovia VENTO unisce VENezia con TOrino correndo lungo gli argini del fiume Po e fa parte del Sistema Nazionale delle Ciclovie Turistiche. Per approfondimenti: www.cicloviavento.it.
-
13-11-2025
Inquinamento e arresti cardiaci: uno studio del Politecnico di Milano rivela un legame diretto tra picchi di smog e rischio cardiaco
Un aumento di biossido di azoto (NO₂) nell’aria è associato a un incremento del 7% del rischio di arresto cardiaco nell’arco di quattro giorni. Anche le polveri sottili (PM₂.₅ e PM₁₀) aumentano il rischio nello stesso giorno del picco.
Milano, 13 novembre 2025 - In Lombardia, il rischio di subire un arresto cardiaco può aumentare in giornate con alti livelli di inquinamento atmosferico. È quanto emerge da uno studio condotto dal Politecnico di Milano e pubblicato sulla rivista internazionale Global Challenges.
I ricercatori hanno analizzato 37.613 casi di arresto cardiaco extraospedaliero avvenuti in Lombardia tra il 2016 e il 2019, valutando per ogni episodio le concentrazioni giornaliere di vari inquinanti (PM₂.₅, PM₁₀, NO₂, O₃ e CO), ottenute dai dati satellitari del programma europeo Copernicus (ESA). Lo studio ha utilizzato avanzati modelli statistici spazio-temporali per individuare la relazione tra picchi di inquinamento e aumento del rischio di eventi cardiaci.
“Abbiamo osservato una forte associazione con il biossido di azoto (NO₂): per ogni incremento di 10 microgrammi per metro cubo, il rischio di arresto cardiaco cresce del 7% nelle 96 ore successive” spiega Amruta Umakant Mahakalkar , ricercatrice del Dipartimento di Elettronica, Informazione e Bioingegneria del Politecnico di Milano e prima autrice dello studio.
“Anche le polveri sottili PM₂.₅ e PM₁₀ mostrano un aumento del rischio, rispettivamente del 3% e 2,5%, già nello stesso giorno dell’esposizione.”L’effetto è più marcato nelle aree urbane ma si osservano associazioni significative anche nei centri rurali. In particolare, il rischio cresce nei mesi caldi, suggerendo una possibile interazione tra calore e inquinanti. L’associazione è stata osservata anche a livelli inferiori ai limiti di legge, suggerendo che non esiste una soglia sicura di esposizione
“Il legame tra qualità dell’aria e arresti cardiaci extraospedalieri è un campanello d’allarme per i sistemi sanitari locali” aggiunge Enrico Caiani, docente del Politecnico di Milano e coautore dello studio. “In periodi di elevato inquinamento, i servizi di emergenza dovrebbero prevedere un potenziale aumento delle richieste di intervento.”
Lo studio evidenzia come l’inquinamento atmosferico sia un fattore di rischio significativo per la salute cardiovascolare, anche a breve termine, e invita a considerare queste evidenze nelle politiche di prevenzione e nella gestione delle emergenze sanitarie.
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, l’inquinamento atmosferico è il secondo fattore di rischio ambientale per le malattie non trasmissibili, responsabile ogni anno di milioni di morti nel mondo. La Lombardia, una delle regioni più industrializzate e densamente popolate d’Europa, è particolarmente esposta a episodi di smog durante l’inverno, quando l’accensione delle caldaie e la scarsa dispersione atmosferica peggiorano la qualità dell’aria.
I risultati dello studio offrono uno strumento utile per le istituzioni e i servizi di emergenza. L’integrazione dei dati ambientali nei sistemi di previsione sanitaria potrebbe consentire, in futuro, di anticipare l’aumento delle chiamate di emergenza e migliorare la pianificazione delle risorse.
Proprio su questa linea di ricerca si innesta il nuovo progetto CLIMA-CARE, finanziato dalla European Space Agency (ESA), che prende ufficialmente il via oggi. Il progetto sarà dedicato all’utilizzo dei dati satellitari per approfondire l’analisi dell’impatto delle condizioni ambientali sulla salute pubblica e, in particolare, sui servizi medici di emergenza nel territorio della Lombardia, sia nello scenario attuale che in quello futuro, attraverso l’impiego di proiezioni climatiche.
Tra i partner del progetto figurano il German Aerospace Centre (DLR) -capofila dell’iniziativa - e il Group on Earth Observation (GEO), coordinato dall’Organizzazione Meteorologica Mondiale (WMO).
“Il progetto ci offrirà l’opportunità di affrontare il tema dell’impatto del cambiamento climatico su scala di intera popolazione” commenta Lorenzo Gianquintieri, ricercatore del Dipartimento di Elettronica, Informazione e Bioingegneria del Politecnico di Milano. “In linea con la visione One-Health, che unisce salute umana, ambientale e animale, promuoviamo un approccio preventivo di adattamento basato sulle evidenze scientifiche.”
LO STUDIO: A. U. Mahakalkar, E. G. Caiani, G. Stirparo, E. Picozzi, L. Gianquintieri,
Short-term effect of air pollution on OHCA in Lombardy – a case-crossover spatiotemporal study,
Global Challenges (2025), DOI: 10.1002/gch2.202500241 -
11-11-2025
Viticoltura hi-tech: il Politecnico crea vigneti virtuali per i trattori autonomi
Da uno studio pubblicato su AgriEngineering nuove metodologie per simulare e controllare in modo autonomo le operazioni nei vigneti, verso un’agricoltura più efficiente e sostenibile
Milano, 11 novembre 2025 - Mentre le uve vengono raccolte in tutta Italia il Politecnico di Milano guarda al futuro della viticoltura con un approccio innovativo che unisce meccanica, informatica e simulazione digitale. Un gruppo di ricercatori dei Dipartimenti di Meccanica e di Elettronica, Informazione e Bioingegneria ha sviluppato un sistema per testare e ottimizzare in ambiente virtuale le strategie di guida autonoma dei trattori agricoli.
Lo studio, pubblicato su AgriEngineering (“Scenario Generation and Autonomous Control for High-Precision Vineyard Operations”, doi: 10.3390/agriengineering7020046), presenta una metodologia completa per la creazione di scenari realistici di vigneto e la valutazione di algoritmi di controllo per la guida autonoma. L’obiettivo non è semplicemente ridurre la presenza umana, ma fornire un ambiente digitale ad alta fedeltà in cui sviluppare, verificare e migliorare in sicurezza soluzioni di automazione agricola basate su sensori e algoritmi predittivi.
La ricerca ha permesso di creare un “gemello digitale” del vigneto, capace di riprodurre pendenze, irregolarità del terreno e disposizione dei filari. In questo ambiente virtuale sono stati sperimentati trattori dotati di sensori GNSS e IMU a basso costo e guidati da algoritmi avanzati, in grado di muoversi autonomamente tra i filari ed eseguire manovre di svolta fuori campo con grande precisione.
“Il nostro approccio unisce modellazione del terreno, controllo avanzato e sensoristica realistica in un unico ambiente di simulazione. Questo consente di accelerare la ricerca e di ridurre i rischi e i costi legati alle prove reali sul campo”, spiega Federico Cheli, docente del Dipartimento di Ingegneria Meccanica del Politecnico di Milano e coordinatore del progetto.
Secondo i ricercatori, l’impiego di simulazioni realistiche non solo permette di ridurre i rischi e i costi delle prove sul campo, ma può diventare uno strumento utile anche per la formazione degli operatori e per accelerare l’adozione di nuove tecnologie agricole.
Il progetto nasce dalla collaborazione tra ricercatori del Politecnico di Milano e l’azienda Soluzioni Ingegneria s.r.l, attiva nello sviluppo di software per la simulazione dinamica dei veicoli, nello specifico il software proprietario AgriSI®, e si inserisce in un contesto più ampio di cooperazione con realtà industriali impegnate nella ricerca sull’automazione e la sostenibilità in agricoltura..
Ruiz Mayo, C.; Cheli, F.; Arrigoni, S.; Paparazzo, F.; Mentasti, S.; Pezzola, M.E. Scenario Generation and Autonomous Control for High-Precision Vineyard Operations. AgriEngineering 2025, 7(2), 46. https://doi.org/10.3390/agriengineering7020046
-
06-11-2025
CONCERT si aggiudica un ERC Synergy Grant da 10 milioni di euro per imparare a controllare le molecole attraverso la luce
Il gruppo di ricerca del progetto CONCERT è composto da ricercatori del Politecnico di Milano, del CNR, dell’Università di Bologna, della University of California, e del sincrotrone ELETTRA di Trieste
06 novembre 2025 –Un team di ricerca composto da Giulio Cerullo, docente del Dipartimento di Fisica del Politecnico di Milano, da Caterina Vozzi dell’Istituto di Fotonica e Nanotecnologie del CNR, da Marco Garavelli dell’Università di Bologna e da Shaul Mukamel della University of California, si è aggiudicato un ERC Synergy Grant da 10 milioni di euro per “filmare” le molecole mentre cambiano forma sotto l’effetto della luce e imparare a guidare queste trasformazioni.
Quando la luce colpisce una molecola, può innescare trasformazioni chimiche ultrarapide che avvengono in tempi di pochi milionesimi di miliardesimo di secondo. Questi processi sono alla base di fenomeni biochimici fondamentali come la visione, la fotosintesi o la protezione del DNA dai raggi UV. Tuttavia, ciò che accade esattamente durante queste reazioni è ancora in gran parte misterioso, perché avviene troppo velocemente per essere osservato con le tecniche tradizionali.
Il progetto CONCERT (Capturing and cONtrolling coniCal intErsections in Real Time) vuole affrontare questa sfida combinando competenze sperimentali e teoriche di fisica, chimica e tecnologia laser.
Il grande obiettivo del progetto è osservare le intersezioni coniche, che sono punti critici nella “mappa energetica” delle molecole eccitate dalla luce, in cui due stati elettronici si incrociano. In questi istanti, le regole classiche della chimica smettono di valere e le molecole seguono comportamenti puramente quantistici. Se immaginiamo una molecola come un’automobile che si muove lungo una traiettoria, possiamo pensare alle intersezioni coniche come “snodi di traffico” quantistici, o “rotonde molecolari”, che determinano su quale traiettoria, tra le varie possibili, la molecola evolverà. Capirne il funzionamento apre alla possibilità di controllare le reazioni fotochimiche, deviando il percorso delle molecole con un flash luminoso e indirizzandole nella direzione voluta tra le diverse disponibili alla “rotonda molecolare”.
Per osservare fenomeni così rapidi, CONCERT svilupperà strumenti laser di nuova generazione, capaci di emettere impulsi di luce ultrabrevi, della durata di pochi milionesimi di miliardesimo di secondo, per creare una sorta di “film molecolare”. Un primo impulso laser avvia il processo chimico. Un secondo impulso scatta un’istantanea dello stato della molecola. Ripetendo l’operazione con diversi ritardi temporali, si costruisce un film dell’evoluzione molecolare che consente di registrare il passaggio della molecola attraverso l’intersezione conica. Una parte di questi esperimenti sarà svolto al FERMI, il laser a elettroni liberi del Sincrotrone ELETTRA a Trieste: “grazie ai suoi impulsi di luce nei raggi X soffici, FERMI permette di osservare in tempo reale come le molecole si comportano e si trasformano durante le intersezioni coniche”, spiega Claudio Masciovecchio, Dirigente per le tecniche sperimentali risolte temporalmente di Elettra Sincrotrone Trieste.
Una volta compreso come la luce determina l’evoluzione delle molecole, il passo successivo sarà usare la luce stessa per controllarla. CONCERT ambisce a progettare impulsi laser su misura che interagiscono con la molecola quando si avvicina all’intersezione conica per indirizzare il percorso della reazione chimica, scegliendo quale prodotto ottenere. «I metodi tradizionali hanno cercato di controllare la reazione sin dall’inizio, ma finora si sono rivelati inefficienti», afferma Marco Garavelli. «Noi proponiamo un cambio di paradigma: invece di controllare l’inizio, applichiamo un impulso laser appositamente progettato nel punto critico -l'intersezione conica- dove la molecola “sceglie” il suo percorso».
Questo approccio è un sogno di lunga data dei chimici: usare la luce come un catalizzatore, capace di controllare il risultato di una reazione chimica senza aggiungere sostanze esterne. «Finora gli scienziati sono stati in gran parte solamente spettatori di questi "film molecolari”», spiega Giulio Cerullo. «Mentre svilupperemo speciali “telecamere” per cogliere questi eventi sul fatto, il nostro obiettivo finale è trasformarci da osservatori passivi in registi attivi».
Il successo di CONCERT non solo aprirà una nuova finestra sulla natura più intima delle reazioni fotochimiche, ma potrà avere importanti ricadute nella chimica verde, per sintetizzare nuovi composti in modo pulito e selettivo, e nella tecnologia dei materiali, per progettare molecole fotosensibili e dispositivi fotonici ispirati ai processi biologici. «In altre parole, il progetto punta a unire fisica quantistica, laser ultraveloci e chimica molecolare per creare una nuova frontiera: la sintesi chimica quantistica controllata dalla luce» conclude Caterina Vozzi.
Giulio Cerullo è professore ordinario di Fisica della Materia presso il Dipartimento di Fisica del Politecnico di Milano. Guida un gruppo di ricerca sperimentale di spettroscopia ottica ultraveloce, che ha come obiettivo la generazione di impulsi di luce ultrabrevi e il loro utilizzo per lo studio di processi dinamici in molecole e materiali.
È socio corrispondente dell’Accademia dei Lincei e fellow della Optical Society e della European Physical Society. Nel 2023 ha ricevuto il Quantum Electronics Prize della European Physical Society.
Caterina Vozzi è Direttrice dell'Istituto di Fotonica e Nanotecnologie del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR). Guida un gruppo di ricerca sperimentale che ha realizzato importanti contributi nei campi della scienza degli attosecondi, della spettroscopia atomica e molecolare basata sulla generazione di armoniche di ordine elevato e sulla spettroscopia risolta in tempo con radiazione X.
Marco Garavelli è professore al Dipartimento di Chimica Industriale "Toso Montanari" dell'Università di Bologna. Si occupa dello sviluppo di metodi e applicazioni nella (foto)chimica computazionale, fotobiologia e spettroscopia, con particolare attenzione alla simulazione della fotoreattività di sistemi molecolari complessi nel loro ambiente operativo, includendo spettroscopie non lineari complesse. Già vincitore di un ERC Advanced Grant, ha ricevuto anche il Premio Primo Levi dalla Società Chimica Italiana, ha guidato e guida numerosi progetti internazionali (finanziati da UE e USA) e nazionali (PRIN).
-
28-10-2025
Il primo applicativo per selezionare i modelli AI più efficaci per la cura del singolo organo
Il Politecnico di Milano ha sviluppato uno strumento per selezionare il modello di intelligenza artificiale che genera le immagini 3D migliori di ogni singolo organo o lesione.
Milano, 28 ottobre 2025 –Un team del Dipartimento di Elettronica, Informazione e Bioingegneria (DEIB) del Politecnico di Milano, guidato dal docente Andrea Moglia, ha sviluppato il primo applicativo online che permette di capire quale modello di Intelligenza Artificiale sia più adatto a sviluppare immagini 3D di ogni singolo organo. In questo modo, la cura del paziente diventa più precisa e affidabile.
Lo strumento nasce da uno studio, pubblicato sull’importante rivista di settore Information Fusion, che ha preso in considerazione modelli AI generalisti e specifici. È pensato per i professionisti della salute, per i tecnici che devono generare immagini di organi, lesioni o fratture, e per i medici che devono interpretarle per operare o prescrivere terapie. “Con questo strumento, la selezione dei modelli da usare per produrre immagini che servono per diagnosi e interventi diventa molto più efficiente” spiega Andrea Moglia. “I professionisti non devono più procedere per tentativi per ottenere immagini più precise”. Inoltre, le strutture ospedaliere possono programmare per tempo su quali modelli AI investire, in base al numero di interventi annui che vengono eseguiti per ogni organo o regione anatomica.
L’applicativo online e gratuito può essere navigato a partire dai singoli organi, o dalle regioni anatomiche, tra cui torace, collo, addome. Una volta selezionato l’elemento di interesse, l’applicativo riporta tutti i modelli AI esistenti, che sono stati testati sui dataset di immagini disponibili. I modelli possono essere ordinati in base al dataset, da quello più efficace a quello meno efficace. La selezione degli organi è molto precisa: si possono scegliere anche le singole vertebre o i singoli ventricoli cardiaci, per esempio. Altro elemento di grande interesse è la possibilità di ordinare i modelli in base alla loro capacità di generare immagini di tumori e lesioni, tra cui quelle che derivano da ictus e ischemie.
Nell’applicativo, alcuni modelli sono generalisti, altri sono specifici per quell’organo o struttura anatomica. “I modelli AI generalisti in campo medico sono addestrati su una vastissima quantità e tipologia di immagini del corpo umano” spiega Moglia. “Hanno recentemente dimostrato di essere efficaci nella maggior parte dei casi quanto quelli specialisti, nati espressamente per generare immagini di uno specifico organo usando uno o pochi dataset. Per questo rappresentano un punto di svolta del settore”.
Già da tempo i medici e i tecnici utilizzano modelli di intelligenza artificiale per ottenere delle immagini di organi o lesioni. “Il termine tecnico è segmentazione, un processo che permette di delineare il profilo di un determinato oggetto in un’immagine 2D, per produrne una ricostruzione in 3D” aggiunge Moglia. In campo medico, consiste nell’unire varie fotografie ottenute da radiografie o TAC, e identificare con un tratto colorato l’organo o la lesione di interesse. Usare dei modelli AI rende più veloce questo processo, ed evita i bias o gli errori umani.
Al lavoro hanno contribuito anche Luca Mainardi e Matteo Leccardi, anch’essi del DEIB, e Pietro Cerveri, dello EssilorLuxottica Smart Eyewear Lab, affiliato al Politecnico di Milano. Il lavoro è stato finanziato in parte nell’ambito del PNRR dalla fondazione Future Artificial Intelligence Research (FAIR).
QUI IL LINK ALL’APPLICATIVO ONLINE
QUI IL LINK ALLA PUBBLICAZIONE SU INFORMATION FUSION
-
24-10-2025
“Il Futuro è nella Storia”, mostra-omaggio all’ex prorettore e storico dell’architettura Federico Bucci
A due anni dalla scomparsa, il Politecnico di Milano ne ricorda la figura di studioso e gli intitola un premio internazionale
Milano, 24 ottobre 2025 – Una mostra per ricordare un grande prorettore, e un grande storico dell’architettura. A due anni dall’improvvisa scomparsa, a 63 anni, di Federico Bucci, Prorettore del Polo di Mantova del Politecnico di Milano per tredici anni, l’ateneo ha deciso di omaggiarlo con un’esposizione che celebra la sua opera: si inaugura martedì 28 ottobre “Il Futuro è nella Storia. Dedicato a Federico Bucci”, presso l’edificio Trifoglio al campus Leonardo.
Un excursus nel suo lascito intellettuale come docente e appassionato della propria materia, la storia dell’architettura – specialmente del Dopoguerra – al centro dei numerosi libri da lui pubblicati. La mostra esplora attraverso scritti e immagini il percorso accademico e scientifico di Bucci, mettendo in luce il filo conduttore che ha guidato la sua ricerca: l’intreccio inscindibile tra storia e contemporaneità. «Per lui era importante guardare al passato, perché non si può progettare e pensare al futuro senza partire da lì, dalle proprie radici – spiega Emilio Faroldi, Prorettore Vicario del Politecnico di Milano – La mostra nasce per avviare il pensiero sulla sua figura come storico, professore e studioso, un omaggio a una figura importante e non solo da un punto di vista di governance – aspetto comunque imprescindibile e fondamentale, perché da prorettore ha permesso al Polo di Mantova di crescere grazie a innumerevoli innovazioni e iniziative».
«In lui convivevano lo studioso rigoroso e l’uomo delle idee, il custode della memoria e l’instancabile promotore di nuove prospettive. La storia, per lui, era una materia viva, da interrogare, da rinnovare, da proiettare nel domani – ricorda l’architetto Renzo Piano, amico e docente al Politecnico di Milano – Aveva il dono raro di saper ascoltare, trasformando ogni incontro in una possibilità di crescita. La sua energia, la sua curiosità e la sua fiducia nel valore della cultura restano un’eredità preziosa per chi ha avuto la fortuna di conoscerlo e di lavorare con lui».
Instancabile promotore di nuovi progetti, Bucci è stato anche il fondatore della manifestazione “Mantovarchitettura” nel 2012, un evento che negli anni si è trasformato in una tappa fissa per architetti e studiosi di fama mondiale, che in città arrivano per dibattiti e conferenze ma anche per stare tra gli studenti. «Ha fatto sì che a Mantova si creasse una scuola non solo fisica, ma di pensiero, intorno alla sua idea che l’architettura costruita fosse un elemento indispensabile per la società – continua Faroldi – Questo ha permesso, per esempio, che uno dei più grandi architetti al mondo, Eduardo Souto de Moura, premio Pritzker nel 2011, vi insegnasse a lungo».
E agli studenti è rivolto il premio internazionale intitolato a Bucci, promosso e coordinato da DABC – Dipartimento di Architettura, Ingegneria delle Costruzioni e Ambiente Costruito, la cui prima edizione culminerà con la premiazione, il 26 novembre prossimo, dei vincitori. Sempre sul tema “Il Futuro nella Storia”, sono due le categorie per cui in più di 380, da tutto il mondo, hanno inviato le proprie tesi magistrali: storica e progettuale (sui temi della città, con particolare attenzione al contesto storico). All’interno della mostra, uno spazio sarà riservato ad alcuni dei finalisti e alle loro opere.
Mostra “Il Futuro è nella Storia. Dedicato a Federico Bucci”
INAUGURAZIONE – Martedì 28 Ottobre, ore 17.30
A cura di: Emanuela Bergomi, Elisa Boeri, Filippo Bricolo, Luca Cardani, Emilio Faroldi, Lola Ottolini, Maria Pilar Vettori
Allestimento: Filippo Bricolo, Luca Cardani, Lola Ottolini
Sala Vetrata – edificio Trifoglio, campus Leonardo (via Bonardi 9)
Dal 29 Ottobre al 16 Novembre 2025 – Da lunedì a venerdì, ore 10.30-18.30
-
23-10-2025
6G e monitoraggio sismico, dal progetto MetaVEH sensori “green” e grandi come una monetina
Sensori “green”, energeticamente autonomi e piccoli come una monetina per reti wireless e monitoraggi in tempo reale. Sono il risultato del progetto MetaVEH (Metamaterial Enabled Vibration Energy Harvesting), appena concluso e finanziato con 4 milioni di euro nell’ambito di Horizon 2020 “Pillar 1 – Excellent Science”, con una call per contribuire a ridurre le emissioni di CO2. A portarlo a termine, i ricercatori di un consorzio costituito da tre atenei, il capofila ZHAW Zürich, Imperial College London e il Politecnico di Milano, insieme a Multiwave Technologies e a STMicroelectronics.
L’idea di partenza è stata semplice: sfruttare il passaggio di veicoli su architetture come ponti, autostrade e le conseguenti vibrazioni prodotte, per alimentare gli stessi sensori adibiti al loro monitoraggio strutturale. I sensori sono oggi ampiamente utilizzati e spesso difficili (o impossibili) da raggiungere per il ricambio di batterie, poiché posizionati in punti scomodi, magari in cima a un’antenna o sulle travi di un viadotto. La vera sfida è stata realizzare un dispositivo di dimensioni ridotte, e risolvere il problema dell’alimentazione energetica necessaria a tali sensori sia per il funzionamento, sia per la trasmissione di dati, limitando così lo spreco di batterie – e l’impatto ambientale dello smaltimento di quelle esauste.
Il prototipo messo a punto da MetaVEH, dopo quasi cinque anni di studi, si basa sul concetto di “energy harvesting”, ovvero l’utilizzo dell’energia disponibile nell’ambiente sotto forma di vibrazioni attraverso l’impiego di materiali piezoelettrici che consentono, appunto, di convertire l’energia meccanica in energia elettrica. Quelli più efficaci e finora comunemente impiegati nei sensori già esistenti, però, contengono piombo, elemento tossico per l’ambiente: durante il progetto sono stati sviluppati e validati, invece, materiali piezoelettrici “green” e privi di terre rare, avvalendosi di un elemento standard e di facile reperibilità come il nitruro di alluminio.
Contestualmente, è stata sviluppata la tecnologia per produrre metamateriali meccanici – materiali appositamente “ingegnerizzati” per avere determinate proprietà e reazioni – in grado di manipolare la propagazione delle onde elastiche, amplificando notevolmente le prestazioni degli energy harvester. I metamateriali così ideati, e realizzati con tecniche innovative di stampa 3D, presentano una particolare gradazione delle proprietà meccaniche, in virtù della quale sono in grado di “catturare” l’onda che li attraversa, forzandola a concentrarsi dove è posizionato il materiale piezoelettrico – un fenomeno denominato “rainbow trapping”. La tecnologia messa a punto per l’ingegnerizzazione dei metamateriali è stata brevettata da Imperial College London e Politecnico di Milano. Ciò ha permesso di prototipare gli energy harvester su varie scale, fino a giungere alla scala MEMS (Micro-Electro-Mechanical Systems): il dispositivo concepito è un oggetto lungo complessivamente 300 micron, ovvero meno di mezzo millimetro, e sta tutto dentro una moneta da 1 centesimo.
«Con MetaVEH abbiamo provato che gli harvester di energia vibrazionale possono passare dalla teoria a una piattaforma multisensore completamente autonoma – afferma Andrea Colombi, docente presso ZHAW Zürich e coordinatore di MetaVEH – Abbinando strutture di metamateriali avanzati a una gestione non lineare dell’energia e alla trasmissione wireless, abbiamo dimostrato che i sensori possono funzionare senza batterie pur continuando a raccogliere dati attendibili, anche in ambienti in cui sostituire le batterie è difficile o impossibile. Questo apre la strada a soluzioni di monitoraggio sostenibili per infrastrutture e per l’Internet of Things».
«MetaVEH ha rappresentato anche una sfida interessante dal punto di vista matematico, per cui abbiamo affrontato la complessità di mettere insieme sistemi non lineari, la creazione di metamateriali e la multifisica – dichiara Richard Craster, preside della Facoltà di Scienze Naturali dell’Imperial College London – Questi progressi nella teoria e nella simulazione sono stati essenziali per arrivare al prototipo e dimostrarne il potenziale in applicazioni reali».
«Noi ci occupiamo di meccanica strutturale ad ampio spettro, specialmente su questo tipo di sensori – ha commentato Raffaele Ardito, docente del DICA – Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale e coordinatore di MetaVEH per il Politecnico di Milano – e con i colleghi del Dipartimento di Meccanica di ateneo abbiamo lavorato molto per trovare un’alternativa “green”. Così, a fine progetto, abbiamo a disposizione un prototipo che è un energy harvester su scala micro con materiale piezoelettrico senza piombo, né terre rare, quindi neutro da un punto di vista etico e di sostenibilità ambientale».
Moltissime le potenzialità per l’applicazione pratica, in due campi in particolare: come risonatori ad altissima qualità per telecomunicazioni 6G, e come sensori autonomi per il monitoraggio dell’integrità strutturale e dei rischi ambientali. Raccogliendo l’energia dalle vibrazioni ambientali, questi dispositivi possono essere impiegati in zone inaccessibili, riattivandosi solo quando necessario e trasmettendo dati in tempo reale per salvaguardare le infrastrutture. Per esempio, potrebbero fornire segnali di preallerta per movimenti indotti da terremoti, instabilità del suolo, o danni da logoramento in strutture critiche come ponti e gallerie.
Per il progetto, STMicroelectronics ha realizzato prototipi su scala micrometrica integrando materiali piezoelettrici senza piombo direttamente nel processo di fabbricazione dei MEMS. Questa innovazione ha migliorato l’efficienza nella conversione dell’energia meccanica in energia elettrica e ha aperto la strada a nuove applicazioni potenzialmente utili nei settori delle comunicazioni 6G e dell’Internet of Things (IoT). Inoltre, il progetto MetaVEH è stato selezionato nell’ambito delle iniziative EU Innovation Radar Platform per l’elevato contenuto innovativo.
-
22-10-2025
A Horacio Pagani la Laurea ad honorem in Design and Engineering del Politecnico di Milano
Ieri sera Horacio Pagani, fondatore e Chief Designer di Pagani Automobili, è stato insignito della Laurea magistrale ad honorem in Design & Engineering dal Politecnico di Milano. Un riconoscimento all’enorme apporto che l’imprenditore italo-argentino ha dato all’industria automotive attraverso il suo genio creativo – che l’ha portato a progettare e costruire una monoposto di Formula 2 inserita nel team ufficiale della Scuderia Renault Argentina e, successivamente, a trasferirsi in Italia per lavorare in Lamborghini, per poi fondare la propria azienda di hypercar, Pagani Automobili, innovando profondamente il modo di concepire le auto sportive.
Dopo i saluti della Rettrice Donatella Sciuto e la Laudatio del professor Giorgio Colombo, docente di Disegno e Metodi dell'Ingegneria Industriale del Dipartimento di Meccanica, Horacio Pagani ha tenuto la Lectio Magistralis.
La cerimonia si è conclusa con la proclamazione, preceduta dalle motivazioni della Laurea magistrale ad honorem lette dal professor Francesco Zurlo, Preside della Scuola del Design:
“La Laurea ad honorem in Design & Engineering conferita a Horacio Pagani rappresenta il riconoscimento di un percorso creativo e professionale che incarna in modo esemplare la sintesi tra arte, scienza e tecnologia — i tre pilastri fondativi della cultura politecnica. La motivazione di questo conferimento risiede nella straordinaria capacità di Pagani di fondere innovazione tecnologica, sperimentazione sui materiali e ricerca formale, nel solco della grande tradizione dell’automobile sportiva italiana. La sua opera esprime una visione in cui il pensiero progettuale si unisce alla perfezione ingegneristica, restituendo automobili che sono al tempo stesso oggetti di altissimo contenuto tecnico e opere d’arte contemporanea.
Fin dagli esordi, Horacio Pagani ha perseguito un’idea di design come espressione totale, dove ogni componente – dalla forma della carrozzeria alla struttura in materiali compositi, dagli interni alla meccanica – concorre alla costruzione di un’esperienza estetica e sensoriale coerente. L’uso pionieristico della fibra di carbonio, la ricerca incessante su tecniche e materiali innovativi e la costante attenzione al dettaglio hanno reso le sue vetture un punto di riferimento mondiale per qualità, prestazioni e bellezza.
Le sue creazioni uniscono la bellezza di opere uniche, caratterizzate da un’estrema personalizzazione, con una tecnologia allo stato dell’arte, in cui ogni elemento è pensato come parte integrante di un linguaggio armonico e riconoscibile.
In questa capacità di coniugare visione artistica e rigore tecnico, Horacio Pagani rappresenta un autentico esempio contemporaneo di artigiano rinascimentale, capace di declinare in chiave moderna la tradizione italiana del “saper fare” e di portarla a una dimensione internazionale.
Con questo riconoscimento, il Politecnico di Milano intende celebrare una figura che incarna i valori fondamentali della cultura del progetto: creatività, competenza, innovazione e passione. Il suo percorso dimostra come il dialogo tra design e ingegneria possa generare opere che uniscono funzionalità e bellezza, tecnica e poesia, tecnologia e umanità — valori che da sempre ispirano la missione formativa e di ricerca del nostro Ateneo”.
HYPERCAR IN MOSTRA: Le forme dell’Aria – da Leonardo da Vinci a Pagani Utopia
In concomitanza con la cerimonia della Laurea magistrale ad honorem, è stata inaugurata presso il campus Bovisa del Politecnico di Milano la mostra “Le forme dell’Aria – Da Leonardo da Vinci a Pagani Utopia”, realizzata da Pagani Automobili. Un percorso che mette in dialogo il pensiero di Leonardo con l’ingegneria e il design Pagani: dalla ricerca sull’aerodinamica alla bellezza che scaturisce dalla funzione, l’esposizione racconta come nascono le hypercar, auto sportive di lusso, tra arte, scienza e manifattura italiana.
Tre le vetture presenti presso l’edificio B2 (via Durando 10) che i visitatori potranno ammirare fino al 12 dicembre 2025, nei seguenti orari: da lunedì a sabato, ore 7.30-20.45.
Ecco le schede tecniche delle auto in mostra:
ZONDA ROADSTER F – 2006
Il nome Zonda richiama il vento che soffia impetuoso dalle Ande Argentine, evocando le origini del fondatore Horacio Pagani e la forza naturale che ne ispira la filosofia. La lettera F è invece un omaggio al leggendario Juan Manuel Fangio, il “Maestro” che incoraggiò Pagani nel suo sogno di costruire un’auto capace di fondere bellezza e tecnologia.
Tanto leggera quanto la controparte Coupé, grazie a una riprogettazione del telaio e all’uso di nuovi tessuti triassiali in carbonio, la Zonda Roadster F mantiene un peso complessivo di appena 1.230 kg. L’esperienza di guida a cielo aperto non scende a compromessi: i nuovi studi aerodinamici e il miglioramento della rigidità flessionale e torsionale permettono di viaggiare a tutta velocità in totale comfort e sicurezza. Questo risultato è stato raggiunto grazie allo sviluppo di specifici rinforzi nella zona dei brancardi e del serbatoio, di rollbar progettati per assolvere anche una funzione strutturale del telaio, e all'impiego di compositi in fibra di carbonio tridirezionale ad alto modulo. Sotto la monoscocca in fibra di carbonio, batte il cuore di un motore Mercedes-AMG V12 aspirato da 7,3 litri, capace di sprigionare 650 CV e 780 Nm di coppia, abbinato a un cambio manuale a 6 rapporti più retromarcia. Di questo modello esistono solo venticinque esemplari, ciascuno realizzato con la meticolosa attenzione artigianale dell’Atelier Pagani.HUAYRA ROADSTER – 2017
La Huayra Roadster, presentata nel 2017, è una vettura in cui ogni componente meccanico è orgogliosamente esposto, celebrando la cura di ogni singolo dettaglio. «Tutto doveva essere unico, come una macchina ricavata da un blocco di marmo di Carrara». Il nome Huayra deriva da Huayra Tata, divinità andina del vento, simbolo di forza, libertà e movimento. Come il vento che scolpisce le forme della natura, la Huayra incarna l’armonia tra energia e leggerezza, cuore della filosofia Pagani che unisce Arte e Scienza.
L’intero progetto occupa un posto speciale nel cuore di tutto il team Pagani, poiché rappresenta la prima istanza di una roadster più leggera della controparte coupé. Questo modello speciale raccoglie in modo unico gli aspetti eleganti e sinuosi della Huayra Roadster con un’aerodinamica elaborata tra splitter e diffusore posteriore per gestire efficacemente le prestazioni del propulsore Mercedes-AMG V12 6.0 L a doppio turbocompressore, in grado di erogare 764 CV di potenza e 1000 Nm di coppia a 2.400 giri/m. Il telaio è costituito da monoscocca centrale in Carbo-Titanio HP62 G2 e Carbo-Triax HP62, più telaietti anteriore e posteriore in acciaio al cromo-molibdeno.UTOPIA – 2022
Pagani, Atto III. Semplicità, leggerezza e piacere di guida: su questi concetti si fonda il progetto Utopia. È una hypercar dalle linee sinuose che trascendono il tempo, in cui l’ispirazione agli anni Cinquanta e Sessanta si fonde con una spiccata personalità inconfondibilmente Pagani. Non mancano gli iconici quattro scarichi, né la monoscocca in carbonio, ora ulteriormente migliorata: ancora più resistente e ancora più leggera grazie all’impiego dei nuovi materiali compositi come il Carbo-Titanium HP62-G2 e il Carbo-Triax HP62. Il suo design è straordinariamente efficiente, senza ricorrere ad appendici esterne. La maneggevolezza e la stabilità sono massimizzati, grazie agli studi sull’aerodinamica e alla sofisticata tecnologia, che include sistemi di aerodinamica attiva, ammortizzatori a controllo elettronico e sospensioni a doppio braccio oscillante realizzate in lega di alluminio aerospaziale. L’Utopia, poi, non teme di andare controcorrente: i suoi interni, ad esempio, riscoprono il fascino della strumentazione analogica. In controtendenza è pure la possibilità di guida anche con cambio manuale a sette rapporti, così come la scelta di favorire la leggerezza con un motore V12 biturbo costruito da AMG sulle indicazioni di Pagani. La produzione dell’Utopia Coupé è stata limitata a novantanove esemplari.
BIOGRAFIA HORACIO PAGANI
Horacio Pagani è il fondatore e Chief Designer di Pagani Automobili. Dopo aver guidato la Divisione Compositi di Lamborghini, nel 1988 inizia a progettare una propria vettura dalle caratteristiche straordinariamente innovative. Il risultato di questa visione viene presentato al Salone di Ginevra nel 1999 con il nome di Zonda. L'accoglienza è immediata e travolgente, dando il via all’era delle hypercar. Nel corso degli anni, la Zonda si evolve in numerose versioni, ciascuna con soluzioni tecniche sempre più raffinate. Oggi è considerata un'icona dell’automobilismo, tra le vetture più amate e ricercate da estimatori e collezionisti in tutto il mondo.
Nel 2011, Pagani presenta la Huayra, una hypercar che segna un nuovo standard nell’industria automobilistica. È pioniera di tecnologie innovative come l’aerodinamica attiva, capace di modificare il comportamento dell’auto in tempo reale, e l’uso di materiali compositi avanzati che garantiscono straordinarie leggerezza e resistenza. La Huayra vince nel 2012 i tre premi più prestigiosi del settore come Car of the Year, rafforzando la reputazione di Horacio Pagani come visionario dell’automotive.
I suoi successivi progetti consolidano ulteriormente questo status, confermando le Pagani come alcune tra le hypercar più avanzate e desiderate al mondo. Grazie ai continui investimenti in ricerca e sviluppo, da oltre quarant’anni lavora per superare i limiti dell’eccellenza. Nel 2022 si aggiudica il prestigioso Compasso d’Oro, assegnato dall’ADI – Associazione per il Disegno Industriale, nella categoria “Design per la mobilità”, un riconoscimento che celebra l’unione tra forma e funzione, centrale nella sua filosofia progettuale. Nel 2024 l’istituto GIOYA a Malta ha conferito a Horacio Pagani una Laurea Honoris Causa in International Business & Entrepreneurship.
La terza manifestazione di un percorso creativo che punta a fondere la più sofisticata tecnologia con un design senza tempo si concretizza con la presentazione del progetto Utopia. Oltre alle hypercar, Pagani estende la sua visione a nuovi orizzonti con Pagani Arte, una divisione dedicata all’interior design, dove l’eccellenza artigianale e le soluzioni tecniche d’avanguardia trovano applicazione in spazi esclusivi e oggetti dal carattere unico.
-
21-10-2025
Pubblicata la più completa mappatura mai realizzata dell’incidentalità ciclistica in Italia, prodotta dal Politecnico di Milano
Il database è composto di cinque dashboard interattive, liberamente accessibili e gratuite, che filtrano e analizzano dettagliatamente tutte le informazioni sugli incidenti ciclistici avvenuti tra il 2014 e il 2023.
Milano, 21 ottobre 2025 – Verrà presentato oggi online e al Politecnico di Milano l’Atlante italiano dei morti (e dei feriti gravi) in bicicletta, la più completa mappatura dell’incidentalità ciclistica in Italia finora mai realizzata, risultato di uno studio del Competence Centre on Anti-Fragile Territories (CRAFT) del Politecnico. Il gruppo di ricerca, guidato da Paolo Bozzuto, docente del Dipartimento di Architettura e Studi Urbani del Politecnico di Milano - DAStU, ha prodotto cinque dashboard interattive e liberamente consultabili.
La ricerca mira ad approfondire la conoscenza sul fenomeno dell’incidentalità ciclistica, indagando i fattori di rischio e le molteplici criticità che, nei contesti urbani ed extraurbani italiani, continuano a causare morti e feriti tra le persone che scelgono di muoversi in bicicletta.
La ricerca usa una metodologia di lavoro originale, finalizzata alla costruzione di un sistema in grado di estrarre ed elaborare dati (data-mining) a partire da uno specifico dataset dell’ISTAT, che contiene le informazioni relative a tutti gli incidenti stradali, ciclistici e non, sull’intero territorio nazionale, nell’arco di un anno solare, che hanno causato lesioni alle persone (morte entro il trentesimo giorno dall’evento o con ferite refertate in ospedale).
L’attività di data-mining ha consentito al gruppo di ricerca, composto anche da Fabio Manfredini, Emilio Guastamacchia e Shidsa Zarei, di creare un database originale, esclusivamente dedicato agli incidenti ciclistici. Il sistema ha permesso di filtrare e analizzare, in modo dettagliato, tutte le informazioni relative agli incidenti ciclistici avvenuti tra il 2014 e il 2023 (ultimo dataset a oggi disponibile, rilasciato da ISTAT a maggio 2025), in ogni singolo comune italiano. È stato anche possibile geolocalizzare puntualmente ogni singolo incidente ciclistico avvenuto nel 2022 e 2023, le uniche due annualità rilasciate da ISTAT con le coordinate utili alla geolocalizzazione.
Geolocalizzare e mappare tutti gli incidenti ciclistici è un cambio di paradigma per l’analisi dell’incidentalità ciclistica in Italia. Da un lato viene in aiuto alla pianificazione e al governo del territorio nel nostro Paese. Dall’altro lato, la puntuale mappatura di ogni singolo incidente ciclistico consente di individuare in modo molto preciso le caratteristiche specifiche dell’infrastruttura (sezione, pavimentazione, segnaletica, visibilità) su cui ogni incidente si è verificato, e di programmare interventi specifici per incrementare la sicurezza stradale, ma anche per monitorare la loro efficacia nel corso del tempo. «La nostra analisi, più che offrire risposte definitive, ha portato a ulteriori domande di ricerca. L’unica certezza è che della mobilità ciclistica, in Italia, sappiamo relativamente poco» spiega Paolo Bozzuto. «Proprio per questo motivo, abbiamo deciso di rendere pubbliche le dashboard, che sono il nostro contributo concreto a un dibattito costruttivo sul tema dell’incidentalità ciclistica, ma anche uno strumento operativo per il futuro» conclude Bozzuto.
Le cinque dashboard costituiscono, a oggi, lo strumento più aggiornato per prendere visione della consistenza complessiva, dell’andamento e della distribuzione geografica del fenomeno degli incidenti ciclistici in Italia. Sono state pensate come uno strumento divulgativo, di facile accesso (e totalmente gratuito), consultabile in modo agevole da qualunque cittadino e amministratore pubblico interessato al tema, dalla scala nazionale a quella comunale.
La prima dashboard (“Analitica degli incidenti ciclistici in Italia”) offre una vasta panoramica di dati e statistiche, su base comunale, provinciale, regionale e nazionale: il numero di ciclisti feriti e morti in incidenti stradali, la loro ripartizione per genere e fasce di età, le dinamiche dell’incidente (altri veicoli coinvolti, tipo di strada, condizioni meteorologiche, giorni della settimana e orari in cui si si sono verificati gli eventi), e altri.
La seconda dashboard (“Indicatori di severità”) analizza e rappresenta il fenomeno dell’incidentalità ciclistica, su base regionale e provinciale, attraverso la costruzione di quattro indicatori: lesività, letalità, gravità e mortalità.
La terza dashboard (“Quota modale e incidentalità ciclistica provinciale”) mette in relazione il tasso di incidentalità ciclistica, cioè il rapporto percentuale tra incidenti con biciclette coinvolte e incidenti stradali totali, con la percentuale di spostamenti fatti in bicicletta sul totale degli spostamenti (il cosiddetto share modale ciclistico) di ogni singola provincia italiana. La quarta dashboard fa lo stesso, ma su base regionale,
La quinta dashboard (“Mappa degli incidenti ciclistici, anni 2022 e 2023”) localizza puntualmente, su una mappa dinamica (zoomabile dalla scala nazionale alla specifica strada del singolo comune), ogni incidente ciclistico registrato in Italia nel 2022 e 2023, consentendo di distinguere tra incidenti che hanno comportato il decesso di chi pedalava e incidenti che hanno generato feriti, con lesioni ufficialmente refertate.
Le dashboard verranno presentate oggi, martedì 21 ottobre, alle17, al Politecnico di Milano (Centro CRAFT, edificio 11B, Via Ampère 20, Milano) o a distanza (al link https://politecnicomilano.webex.com/meet/paolo.bozzuto).
QUI IL LINK ALL’ATLANTE ATLANTE ITALIANO DEI MORTI (e dei feriti gravi) IN BICICLETTA
-
20-10-2025
Global Talent on Wheels: il veicolo autonomo del Tec de Monterrey e del Politecnico di Milano fa la storia alla Carrera Panamericana
Per la prima volta un veicolo autonomo ha completato con successo 440 km attraverso il Messico durante la Carrera Panamericana 2025, dimostrando la adattabilità dell’intelligenza artificiale in condizioni reali e raccogliendo preziosi dati per lo sviluppo degli algoritmi.
L’iniziativa ha trasformato la strada in un laboratorio vivente di innovazione, unendo mondo accademico, industria e cultura per promuovere una mobilità sostenibile.
Zacatecas, Messico, 20 ottobre 2025- Ciò che un tempo sembrava fantascienza è diventato realtà: un veicolo autonomo ha attraversato il Messico, dimostrando come ricerca e innovazione possano plasmare il futuro della mobilità quotidiana. In occasione della 75ª edizione della Carrera Panamericana e del 50º anniversario del Tecnológico de Monterrey a Città del Messico, è stato raggiunto un traguardo storico: per la prima volta in America Latina, un’auto a guida autonoma ha preso parte al leggendario percorso del rally.
Questo risultato senza precedenti è stato possibile grazie alla collaborazione internazionale tra il Tecnológico de Monterrey e il Politecnico di Milano. Le due istituzioni hanno portato la ricerca fuori dai laboratori e sulle strade del Messico con un veicolo che incarna l’innovazione tecnologica più avanzata: una Maserati GranCabrio Folgore equipaggiata con la tecnologia di guida autonoma sviluppata dal team AIDA – Artificial Intelligence Driving Autonomous del Politecnico di Milano, con il supporto dell’iniziativa BloomDrive Intelligence del Tecnológico de Monterrey. L’iniziativa rappresenta una visione condivisa di innovazione volta a ripensare il futuro della mobilità.
Dopo essersi unito al convoglio del rally il 10 ottobre, all’ingresso di Puebla, il team Tec–Politecnico di Milano ha completato con successo un percorso attraverso otto stati messicani – affrontando condizioni molto diverse e impegnative, dalle strade trafficate delle città ai lunghi tratti interurbani, dai passi di montagna alle sezioni piovose – coprendo in totale 440 chilometri in modalità autonoma e dimostrando la robustezza e l’adattabilità del suo sistema basato su intelligenza artificiale, sotto la supervisione del pilota professionista Luis “Chapulín” Díaz (campione in Formula Atlantic, American Le Mans Series e 24 Ore di Le Mans).
Nel corso della settimana, i team AIDA e BloomDrive hanno incontrato studenti e comunità locali in sei campus del Tecnológico de Monterrey lungo il percorso, trasformando il rally in un laboratorio itinerante di innovazione e formazione. Questi incontri hanno offerto l’occasione di confrontarsi sulle sfide sociali e tecnologiche della mobilità, ispirando la prossima generazione di ingegneri e innovatori.
“Per il Tecnológico de Monterrey è stato un onore contribuire alla Carrera Panamericana con una visione di innovazione e trasformazione,” ha dichiarato Feniosky Peña-Mora, Dean della School of Engineering and Sciences. “Questo progetto è diventato un laboratorio vivente dove accademia, industria e collaborazione internazionale convergono per progettare una mobilità più sicura, sostenibile e centrata sulle persone.”
Rappresentando il gruppo di ricerca del Tec sulla Mobilità, Jorge Lozoya ha aggiunto: “Partire dal Campus Santa Fe è stato un modo simbolico e concreto per mostrare come ricerca e tecnologia possano entrare nella vita delle persone. Completare il percorso ha dimostrato che innovazione e tradizione possono convivere – e che la strada stessa può diventare un’aula.”
Sergio Matteo Savaresi, Direttore del Dipartimento di Elettronica, Informazione e Bioingegneria del Politecnico di Milano, ha sottolineato: “È stato entusiasmante vedere la tecnologia AIDA adattarsi alla realtà unica e complessa delle strade e delle città messicane, incontrando migliaia di persone lungo il cammino. Questa collaborazione mostra come la guida autonoma trasformerà il nostro modo di pensare la mobilità urbana.”
Grazie a questa iniziativa, la Carrera Panamericana 2025 è diventata non solo una celebrazione del patrimonio motoristico, ma anche una finestra sul futuro di una mobilità intelligente e centrata sulle persone. Iniziare la corsa da un campus universitario e completarla con un convoglio autonomo ha messo in evidenza il ruolo cruciale delle università come motori di conoscenza, innovazione e trasformazione.
-
16-10-2025
Sovraffollamento satellitare intorno alla Terra: come l'AI può prevenire collisioni e interferenze grazie a un "autopilota spaziale" intelligente
Nel 2025 in orbita si contano oltre 14.000 satelliti individuali e 27.000 oggetti tracciati (inclusi i satelliti inattivi, gli stadi di razzi e i detriti più grandi): tra i rischi di questo sovraffollamento spaziale ci sono collisioni, inquinamento luminoso, cyber-attacchi, malfunzionamento delle comunicazioni con la Terra.
Per affrontare questa sfida, un consorzio di università e aziende - tra cui l’italiana AIKO - ha lanciato il progetto ASIMOV: l'obiettivo è creare un "autopilota spaziale" intelligente che può avvicinarsi, mappare e monitorare in autonomia oggetti inattivi o non cooperativi (come satelliti guasti) per ispezioni, manutenzione o rimozione.
Lo spazio non è mai stato così affollato. A marzo 2025 si contavano oltre 14.000 satelliti individuali in orbita[1]a cui si aggiungono 27.000 oggetti tracciati tra satelliti inattivi, stadi di razzi e grandi detriti: un incremento del 31% rispetto al 2023, che conferma la crescita esponenziale del traffico spaziale e mette in allarme la comunità scientifica. Con il sovraffollamento, infatti, aumenta anche l’inquinamento luminoso (che rende più difficile l’osservazione astronomica) e il rischio di collisioni, cyber-attacchi e interferenze nelle comunicazioni.
Per rispondere alle sfide del sovraffollamento satellitare, università e aziende stanno collaborando al fine di trovare soluzioni innovative basate sull'intelligenza artificiale: è così che nasc